Ippolito Nievo, scrittore e patriota italiano

di Giovanni Manisi

Le terre di confine tra Veneto e Friuli, ed in particolare le zone di Teglio Veneto, Fossalta di Portogruaro e Cordovado, furono rese immortali da uno dei più grandi romanzi italiani moderni: Le confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo, romanzo simbolo del Risorgimento italiano. Nievo nacque a Padova nel 1831 da famiglia alquanto facoltosa. Il padre Antonio era magistrato e la madre Adele era figlia di una contessa friulana e di un patrizio veneziano, titolari del feudo di Monte Albano, dove sorge il castello di Colloredo, a metà strada fra Tricesimo e San Daniele, luoghi frequentati nell’infanzia da Ippolito e ispireranno nel romanzo Le confessioni di un italiano la descrizione del castello di Fratta, oggi piccola frazione del comune di Fossalta di Portogruaro.

Trascorse gli anni del liceo a Verona e quelli dell’Università tra Mantova, Cremona, Pavia e Padova con frequenti viaggi nelle terre materne, a Colloredo, e della famiglia, in particolare a Teglio Veneto, dove viveva uno zio. Figura di riferimento per il giovane Ippolito fu il nonno Carlo, uomo colto e amante della letteratura. Fu proprio qui, tra il 1857 e il 1858, che Ippolito Nievo si dedicò attivamente alla stesura del suo capolavoro letterario. Nievo tuttavia non lo pubblicò, sia perché non aveva trovato un editore disponibile, sia perché troppo impegnato nelle vicende garibaldine.

Il 5 maggio 1860, infatti, si unì ai volontari garibaldini e sbarcò a Marsala. Distintosi nella battaglia di Calatafimi e fu nominato colonnello.  Con la conquista del Regno delle Due Sicilie, il giovane colonnello ricevette l’incarico di riportare a Napoli dalla Sicilia importanti documenti amministrativi a bordo della nave a vapore “Ercole” che naufragò nella notte tra il 4 e il 5 marzo 1861. Tutte le persone imbarcate perirono e né relitti né cadaveri furono mai più restituiti dal mare.

Le vicende del naufragio verranno narrate un secolo dopo dal discendente Stanislao Nievo, nel romanzo Il prato in fondo al mare, avanzando l’ipotesi dell’attentato come causa del naufragio. Il romanzo verrà pubblicato nel 1867, dopo la morte dell’autore, con alcuni interventi correttori e con il titolo Le confessioni di un ottuagenario. Si tratta dell’autobiografia immaginaria di Carlo Altoviti, in cui il protagonista, ormai ottantenne, narrale vicende della propria vita nel periodo che va dal 1775 fino al 1858. “Le confessioni di un italiano” è la storia di un patriota che nella sua lunga vita vede nascere l’Italia, in un romanzo che intreccia vicende personali e una romantica storia d’amore con gli avvenimenti storici del Risorgimento e che rimane ancora oggi di facile e piacevole lettura.

Il romanzo è ambientato in alcuni dei luoghi più suggestivi della zona di confine tra veneto e Friuli, in particolare nei comuni di Fossalta di Portogruaro e Cordovado. Definire l’appartenenza del Nievo a questi territori non è proprio semplice: realtà e finzione si mescolano non solo nella narrazione ma anche nelle descrizioni dei luoghi. E perché ambientare un romanzo di tale ampiezza in un paesino sconosciuto? Il castello di Fratta, già in rovina ai tempi in cui il romanzo è ambientato, è descritto dallo scrittore sulla base dei suoi ricordi del castello di Colloredo.

E probabilmente la bella campagna ricca d’acque a ridosso di Portogruaro, una porta tra Veneto e Friuli, padre e madre, vicina a mari e montagne sembrò un posto ideale, quasi astratto, in cui ambientare la sua storia. Di certo vi è che il giovane Nievo, perennemente in viaggio tra veneto e Friuli, spesso si trattenne nella casa degli zii a Teglio Veneto. Ed è così che il Palazzo Municipale e la Villa Comunale di Portogruaro, il castello di Fratta, il Mulino di Stalis e la fontana di Venchieredo a Cordovado vengono immortalati nella storia della letteratura italiana. Dove Nievo collocò il Castello di Fatta ricalcato sul castello di Colloredo oggi c’è il Cortino di Fratta, un edificio rurale ristrutturato per ospitare eventi culturali ed un piccolo museo dedicato allo scrittore. D’estate è piacevole passeggiare o recarsi in bicicletta alla ricerca della fontana di Venchieredo, nascosta nel verde e Portogruaro resta sempre una piccola bella città, abitata da veneziani di Portogruaro…

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