Dal Lemene al Livenza

di Giovanni Manisi

Il Lemene è un placido piccolo fiume di risorgiva che scorre tra il Friuli-Venezia Giulia ed il Veneto.Lungo il fiume sorgono diversi punti d’interesse storico, artistico e naturalistico tra i quali i molini di Stalis a Gruaro, Villa Bombarda a Portovecchio ed attraversa i centri storici di Portogruaro e Concordia sagittaria prima di incontrare il mare, a Caorle. Il Lemene nasce nelle zone di risorgiva della pianura friulana occidentale, nei pressi di Casarsa della Delizia, con il nome di Roggia Versa. Passato San Vito al Tagliamento, riceve le acque di alcuni piccoli affluenti e prende il nome di Lemene. Successivamente le limpide acque scorrono fino ai molini di Stalis a Gruaro, attraversano Portovecchio e poi arrivano a Portogruaro. 

Qui il fiume attraversa il caratteristico Ponte di Sant’Andrea, nel punto in cui si trovano i due mulini quattrocenteschi che un tempo alimentava. Dopo aver raggiunto e attraversato Concordia Sagittaria, il fiume Lemene assume un andamento più sinuoso e riceve le acque dei fiumi Reghena e Loncon per confluire, poco più in là, nella Laguna di Caorle, le cui acque fluiscono a loro volta nel Mar Adriatico, dopo un percorso di soli 45 Km.Il Lemene, essendo quasi totalmente alimentato da acque perenni di risorgiva ha una portata molto costante ed è navigabile da Portogruaro sino alla foce nella Laguna di Caorle. La Livenza, al femminile per etimologia, in passato era considerato il confine tra il Friuli storico e la Repubblica di Venezia.

Il fiume nasce da una zona di sorgenti spettacolare e suggestiva con un importante sito di età neolitica ai piedi delle montagne nei comuni di Polcenigo e Caneva, a nord di Pordenone, in Friuli-Venezia Giulia. La valenza strategica dell’alto corso della Livenza è attestata da numerosi e decisivi fatti d’armi avvenuti sulle sue rive in diverse epoche storiche. Longobardi, Ungari, Franchi e veneziani prima; francesi e austriaci poi furono protagonisti di molte sanguinose battaglie lungo il suo corso. Il suo bacino venne sottoposto negli ultimi due secoli, principalmente a cavallo delle due guerre mondiali, a vari lavori di bonifica ed interventi idraulici compresa la costruzione di un canale artificiale per l’alimentazione d’una centrale elettrica, che alterarono parzialmente l’ambiente umido naturale.Nonostante questi interventi, vi si conserva un deposito stratificato di straordinaria importanza sia per l’archeologia preistorica sia per lo studio della trasformazione dell’ambiente negli ultimi 15.000 anni. 

La Livenza, che si snoda per 112 Km prima di incontrare il mare, a Caorle, è un fiume di pianura copioso di acqua, navigabile, pescoso e ricco di vegetazione. Nella Bassa Livenza trova il suo habitat naturale un’anguilla – chiamata in dialetto bisàt -di una specie particolare, che ha rappresentato per anni una delle prime forme di sostentamento dei pescatori di fiume locali. Per preservare tale tradizione, qui è nata la “Comunità del Bisat della Livenza” promossa da Slow Food Veneto Orientale, con lo scopo di conservare e rilanciare la pesca fluviale tradizionale e sostenibile lungo questo fiume.

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