di Giovanni Manisi
Ca’ Corniani sorge su un’area che, fino a non molto tempo fa, era dominata dalle acque della Laguna di
Caorle. La laguna era di proprietà della Serenissima Repubblica di Venezia che, per rimpinguare le casse di uno stato sempre più esigente, divise la vecchia laguna in “prese”, ovvero porzioni da vendere ai nobili
veneziani. La terza e la quarta presa, corrispondenti al territorio attuale di Ca’ Corniani, vennero
acquistate prima dalla famiglia Cottoni e poi dalla famiglia Corniani, che lascerà il suo nome in eredità a
quest’area. Ma la vera svolta avviene nel 1851 quando le Assicurazioni Generali acquistano l’azienda e
realizzano una grande bonifica. E così, quella che prima era una palude, dopo la bonifica diventa fertile
terreno coltivabile da sfruttare economicamente. I lavori di bonifica iniziarono con la costruzione di canali e idrovore, dotate di pompe a vapore per facilitare i lavori manuali di bonifica. I terreni cominciano così ad essere recuperati dall’acqua e sfruttati dall’agricoltura.
Durante la Prima Guerra Mondiale Ca’ Corniani viene allagata per rallentare l’avanzata Austriaca dopo la
disfatta di Caporetto. Ma nel dopoguerra, nonostante le difficoltà, le bonifiche vengono completate e
l’azienda agricola riparte con nuova energia. Oggi la grande scritta “Ca’ Corniani, terra d’avanguardia” campeggia sugli edifici restaurati dell’azienda agricola che sta vivendo una fase di grande rinascita in chiave turistico-culturale. L’intero territorio di Ca’ Corniani è infatti protagonista di un progetto di valorizzazione che abbina agricoltura, territorio, enogastronomia, arte e cultura. L’azienda agricola oggi è il centro di un progetto composto di ampie e suggestive aree espositive e congressuali, reti di piste ciclabili e pedonali, percorsi naturalistici e approdo per barche adibite a crociere lagunari e fluviali.
A Ca’ Corniani sono presenti anche alcune grandi installazioni d’arte. Si tratta, nello specifico, di una serie di sculture-ritratto di cani e cavalli posizionati all’interno del podere; di una scritta a LED che si illumina ogni volta che in Italia cade un fulmine e di un grande tetto dorato per un antico casale ora abbandonato. Si tratta delle tre installazioni pensate per questo luogo dall’artista Alberto Garutti e che si sono aggiudicate la vittoria del “Concorso artistico per Le Tre Soglie” .Queste tre opere marcano ed interpretano i tre ingressi di Ca’ Corniani, confini simbolici di un luogo che vuole essere sempre aperto e accessibile ai visitatori. Ecco che si comprende così pienamente il percorso dell’area che va verso la riscoperta del luogo per una riscrittura che, partendo dalla natura, passa dall’agricoltura per sviluppare una originale forma di turismo lento, culturale e naturalistico.